La Didattica della Bellezza per lo Sviluppo Sostenibile

Cos’è la Didattica della Bellezza

Oggi, tutti viviamo immersi tra le immagini dei media e dei social media. Al contempo, oggi, per estetica si intende il dominio della bellezza, sia essa bellezza dell’arte, sia essa bellezza fisica.

Fino al Settecento non era così. Era di dominio pubblico che il termine estetica si riferisse alla teoria della sensazione, l’aisthetis della filosofia. L’estetica corrisponde alla teoria del capire. Educare all’immagine è insegnare a guardare.

Edgar Morin ha confermato, in un intervento del 2010 durante il Convegno Oscom sulla Formazione estetica, che la Bellezza è la miglior guida per il mondo della complessità. Questo è poi divenuto l’argomento per un suo successivo volume del 2016 (Pour l’esthétique).

Il centro Oscom, ideato dalla prof. dell’Università “Federico II” Clementina Gily Reda, si pone come fine di insegnare concretamente a bambini e ragazzi la teoria del capire, mediante l’educazione ai media con i media e attraverso il territorio (Didattica della Bellezza). Tale attività è tesa al perseguimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile n. 4 “Istruzione di qualità” e n. 11 “Città e comunità sostenibili”.

Il livello istituzionale di pianificazione strategica deve saper dialogare biunivocamente con i cittadini del futuro. La pianificazione strategica (culturale e interpretativa del patrimonio) deve saper dialogare biunivocamente con la Didattica della Bellezza. Il tentativo costante di Oscom è di coinvolgere anche i Comuni in cui hanno sede le scuole, benché essi si lascino difficilmente convincere a implementare quel che non è oggi previsto né dal panorama normativo europeo né da quello italiano, sebbene di grande utilità per lo sviluppo sostenibile del territorio.

La Didattica della Bellezza, implementata per la prima volta nel 2005, si fonda su tre direzioni fondamentali.

Primo. Il territorio è considerato una risorsa fondamentale per la formazione. Con i suoi beni culturali, con il suo patrimonio d’arte di storia, esso costituisce un vero e proprio ambiente di apprendimento. Spesso tutti, adulti e bambini, lo viviamo senza avere gli strumenti per comprenderlo.

Secondo. La padronanza della lingua delle immagini, che ormai si è costituita nei testi complessi di comune lettura, è fondamentale per gli adulti del futuro. Insegnare a bambini e ragazzi a ricorrere alle moderne tecnologie per attività ben più complesse dello scatto di un selfie è necessario. Nell’ambito dei laboratori organizzati dalla OSCOM, si sceglie sul territorio un bene culturale o un argomento da rendere oggetto di studio e si fa produrre ai ragazzi dei documentari o dei testi multimediali. Insegnare a scrivere è insegnare a leggere, e leggere bene le immagini, con senso critico, è oggi più necessario di una volta: la lingua delle immagini infatti, parte dal tutto, mentre quella delle parole dalle sillabe. Imparare a raccontare a voce alta le immagini delle riprese, che sia bene scritte ed elaborate, è parimenti necessario. Ciò si può fare per tutte le materie.

Terzo. Il laboratorio è lo spazio del rapporto cooperativo. Le attività sono condotte suddividendo i ragazzi in gruppi, di modo da insegnare la logica del lavoro di squadra e delle reti di pensiero. La metodologia cui si fa ricorso è quella del coaching didattico, ispirato anche ai principi del management delle organizzazioni (norma ISO9001).

La Didattica della Bellezza, quindi, si pone come parte integrante dell’elica delle scuole e della società civile, per il compiuto completamento del Modello della Quintupla Elica per lo sviluppo sostenibile del territorio, anche finalizzata alla concreta attuazione della Convenzione di Faro.



Il progetto per Procida Capitale della Cultura 2022

Il materiale di Oscom

–> la Didattica della Bellezza

Per altri libri e materiale prodotto dalla prof. Clementina Gily Reda consultare la pagina https://www.clementinagily.it/wordpress/category/formazione/

–> Public history e ingegneria gestionale per lo sviluppo sostenibile delle città e del territorio (pianificazione culturale e interpretativa del patrimonio)